mercoledì 30 dicembre 2020

CRISTIAN PERTAN. IN MEMORIAM

 

CRISTIAN PERTAN,  "BOCCIA" 

01- 01- 2005  01- 01- 2021: PRESENTE ! 

Cristian nasce a Trieste, il 1 giugno 1974, da Mario Pertan ed Elsa Federici, entrambi originari di un paese di campagna tra Umago e Buie, in Istria. Il piccolo Cristian, figlio unico, cresce tra la casa dei genitori a Trieste e quella dei nonni materni a Pizzudo, nel comune di Umago, dove passa molto tempo, soprattutto nei mesi estivi, stringe così molte amicizie, sia al di qua che al di là del confine e comincia a coltivare le passioni che contraddistingueranno la sua vita. Da ragazzo inizia a frequentare la curva nord dello stadio Grezar ed a seguire la squadra della sua città natale anche in trasferta. Pur orgoglioso della sua Trieste, Cristian sente molto le sue radici istriane e spesso diverte i suoi amici, parlando scherzosamente quel colorito dialetto istro-veneto appreso da amici e parenti fin da bambino. Completati gli studi superiori al liceo Oberdan e dopo aver assolto gli obblighi di leva presso il 9°Btg. Col Moschin, Cristian decide di provare ad intraprendere la carriera militare e si iscrive all’accademia militare di Modena, nel 1994. Terminata l’accademia, Cristian si iscrive alla scuola militare di applicazione di Torino nella quale, nel 1998, viene nominato tenente dei paracadutisti. Nello stesso periodo, sempre a Torino nell’ambito della scuola militare, si laurea in scienze politiche. L’anno successivo viene assegnato al 183°B.tg. paracadutisti “Nembo” di Pistoia e negli anni successivi partecipa a varie missioni in Bosnia e Kosovo. La sua carriera diviene brillante, nel 2003 è nominato capitano e l’anno successivo viene trasferito alla scuola Militare di Paracadutismo di Pisa in qualità di Capo Sezione Addestramento.

La carriera militare lo tiene lontano da casa ma appena possibile, nei fine settimana, Cristian torna dai suoi a Trieste e soprattutto nella sua amata Istria. Nel frattempo Cristian, ormai da tutti soprannominato “Boccia” per la sua testa rotonda e liscia, impara a suonare la chitarra e nel suo ormai costante ed ostinato sforzo di divulgazione della storia della sua terra, fonda con Nello ed altri amici il gruppo dei “Non nobis domine”, che dà vita a canzoni come “Mas 96” e “Terra Rossa”, divenute celebri nell’ambiente della musica alternativa. Nonostante la sua giovane età “Boccia” ha letto e studiato molto, per sua passione e curiosità verso il mondo e la società umana, è conosciuto da molti come una persona ricca, di grande cultura ed eccezionale ricchezza spirituale. All’alba dell’anno 2005, a metà strada tra i 30 e i 31 anni, in uno dei periodi più felici della sua vita, Cristian Pertan se ne va inaspettatamente, in sella al suo motorino tanto vecchio e lento da sembrare innocuo, ironia della sorte proprio in una via intitolata ad un patriota istriano. Dopo l’ennesima serata coi suoi amici, dopo l’ennesimo periodo di ritorno a casa, per l’irresistibile richiamo della sua terra, Cristian parte così, stavolta senza salutare, stavolta per una missione più grande, per un viaggio più lungo.

Il sentirsi e professarsi istriano era per Cristian un'autentica MISSIONE. Come capitano della Folgore viaggiava molto ed incontrava parecchie persone. Questo gli ha permesso di far conoscere a tanti in giro per l'Italia l'esistenza di un lembo di terra tanto affascinante e ricco di tradizioni, ma soprattutto un territorio dalla storia tormentata, strappato all'Italia da un ingrato destino. E' stato grazie a Cristian che molti, prima disinteressati o inconsapevoli, si sono appassionati alla storia d'Istria, di Fiume e della Dalmazia; è stato grazie al suo impegno che tanti giovani figli o discendenti di esuli hanno riscoperto le proprie radici, è stato grazie alla sua tenacia che non solo a livello locale si è ricominciato a parlare più diffusamente di storia e cultura della Venezia Giulia, ancor prima dell'istituzione del Giorno del Ricordo. Ne sono un esempio le tante curve calcistiche che, indipendentemente dai gemellaggi e dall'eventuale "colore" politico, hanno sventolato in questi anni le bandiere azzurre con la capretta istriana e continuano oggi a farlo. Tutto questo, per Cristian, non aveva nulla a che fare con la politica, era una  pura e vera ragione di vita. 


Questa è la MISSIONE che Cristian Pertan ha voluto adempiere fino all'ultima ora!       


Questa è la MISSIONE che l'Associazione Culturale Cristian Pertan porterà avanti in suo nome. 


TRATTO DAL SITO

dell' ASSOCIAZIONE CULTURALE CRISTIAN PERTAN che Ringraziamo per il materiale! 



CANZONE GIULIANA (DI CRISTIAN PERTAN) 

A cinque chilometri il primo confine

Non posso scordare non era così

Quei giorni vigliacchi non furon la fine

Del sangue italiano che fu sparso qui

Ricordo i fratelli che non son tornati

Cantare spavaldi in quell’ultima ora

Tra piccoli boia di rosso ammantati

Il filo di ferro e la gelida bora

Sui corpi straziati poi l’erba ricrebbe

Ma torna al mio cuore un’eco lontana

La voce di uomini in grigioverde

Rimasti a morire su terra italiana


Sogniamo sempre l’Istria nobilissima

L’Istria di nuovo libera e redenta

Sogniamo sempre Fiume e la Dalmazia

In Italia e non in croazia


E per questa terra che invoca giustizia

Il nostro dolore non si è mai placato

Ma verrà il giorno di perfetta letizia

Quando il nostro popolo sarà tornato

Nei propri villaggi nelle sue città

Tra la terra rossa e l’azzurro del mare

Lucente nel sole a noi si offrirà

La terra che i padri ci fecero amare

Da sempre e per sempre è la nostra terra

Amore più grande di ogni forza umana

Dolore e grandezza nel cuore rinserra

La sua gente indomabilmente italiana


Sogniamo sempre l’Istria nobilissima

L’Istria di nuovo libera e redenta

Sogniamo sempre Fiume e la Dalmazia

In Italia e non in croazia.


È l’Italia del dolore, è l’Italia dell’amore,

sarà sempre Italia almeno nel mio cuore ... 


https://youtu.be/UNzOsPTCMgo


domenica 27 dicembre 2020

IL SOLE VINCE SEMPRE!

"NOI NON POSSIAMO e NON VOGLIAMO identificarci con la destra. Da anni ci siamo battuti su posizioni altre, verso un ambizioso e però legittimo posizionamento «al di là della destra e della sinistra» che, a ben vedere, sta a significare il superamento di categorie concettuali estranee alla nostra visione del mondo. Non può esserci per NOI -neppure sul piano della provvisorietà "pragmatica"- una scelta di campo a destra, laddove la destra rappresenta un'acritica accettazione di valori ritenuti tradizionali e che, invece, inverano la conservazione di un mondo di cui nulla può essere salvato, perché esso coincide con la difesa dell'Occidente che è nemico dichiarato non soltanto del Pensiero Eretico ma di qualsivoglia tensione ideale diretta a rifiutarlo ed a scardinarne l'assetto politico, sociale ed economico.

La dicotomia destra-sinistra continua a rappresentare l'alibi di comodo di quanti (vedi Area) non hanno il coraggio di SCHIERARSI sulla Trincea dell'Antagonismo che solo può rappresentare il superamento di un tempo disegnato dalla congiunzione di Giuda con Caino. Quanto poi è sostenuto da coloro i quali intendono risciacquare la loro cattiva coscienza di rinnegati cercando di dare contenuti ideali alle loro scelte di potere, vale appena ricordare che la destra o è «destra» o è «sociale»: nel momento in cui la destra si fa sociale automaticamente si estingue come destra. 

La sfida politico-culturale epocale è tra l'integrazione e la ribellione al Pensiero Unico che pretende omologare, globalizzare, uni-formare, distruggere le diversità e le identità  popolari. Una sfida che significa per il non-conforme andare oltre, al di là degli stanchi stereotipi rappresentati dalla destra e dalla sinistra. Anche «per farla finita con la destra» come sostiene in un suo lucido pamphlet Stenio Solinas che pure proviene dai ranghi della nouvelle vague intellettuale di destra.

Io non vengo da lì. Io appartengo ad una generazione che per una manciata di minuti non ha potuto prendere parte all'ultima battaglia della guerra del sangue contro l'oro. Non fui nel tempo giusto un leone morto, ma non sono diventato un cane vivo … 

La mia generazione ebbe, a guerra finita, pessimi maestri. Vili, impostori, felloni, voltagabbana. 

Il "viandante" intraprese il suo viaggio con due libri nel suo tascapane: "I Proscritti" di Von Salomon e "Rivolta contro il mondo moderno" di Julius Evola. Poi imparò a coniugare Nietzsche e Heiddeger con Platone, Marinetti con Papini, Codreanu con La Rochelle, Brasillach con Céline, Ortega y Gasset con Ezra Pound. 

«A Eleusi han portato puttane …». Poi Berto Ricci e Jünger … E divenni correttamente ERETICO e jüngerianamente RIBELLE. E la RIBELLIONE e L'ERESIA hanno sempre caratterizzato il mio impegno politico e culturale. D'altronde quando si aderisce ad una Weltanschauung trasgressiva che «non va di moda» perché non puzza di usurocrazia, la contrapposizione, l'antagonismo sono obbligati e non si può non cadenzare il passo lungo le vie insidiose, ma capaci ancora di suscitare entusiasmi, della lotta. Non si accetta il popperiano miglior mondo possibile: lo si combatte e basta. 

Tutto questo dovevo dirlo: personalizzando un percorso perché coincidente con la trasgressione e l'eresia di altri che è, a dir poco doveroso, ricordare per avere essi battuto «i sentieri del Terribile». Un'avanguardia procede senza voltarsi indietro a guardare cosa fanno le salmerie. E una pattuglia di notte ha come guida il sogno e le stelle." 

PAOLO SIGNORELLI

 

sabato 26 dicembre 2020

WE ARE NOT AMERICAN'S SONS!


I NOSTRI PADRI NON SONO americani ne sionisti !! 


... L'ITALIA dei missini filoatlantisti, l'Italia dei borghesi che giocano ai FASCISTI ... 

 

giovedì 24 dicembre 2020

IL TESTAMENTO DI TITO


Dicevan che in fondo era uguale
Credevano a un altro diverso da te
E non mi hanno fatto del male
Credevano a un altro diverso da te
E non mi hanno fatto del male
Non nominare il nome di Dio
Non nominarlo invano
Con un coltello piantato nel fianco
Gridai la mia pena e il suo nome
Ma forse era stanco, forse troppo occupato
E non ascoltò il mio dolore
Ma forse era stanco, forse troppo lontano
Davvero lo nominai invano
Onora il padre, onora la madre
E onora anche il loro bastone
Bacia la mano che ruppe il tuo naso
Perché le chiedevi un boccone
Quando a mio padre si fermò il cuore
Non ho provato dolore
Quanto a mio padre si fermò il cuore
Non ho provato dolore
Ricorda di santificare le feste
Facile per noi ladroni
Entrare nei templi che rigurgitan salmi
Di schiavi e dei loro padroni
Senza finire legati agli altari
Sgozzati come animali
Senza finire legati agli altari
Sgozzati come animali
Il quinto dice non devi rubare
E forse io l'ho rispettato
Vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie
Di quelli che avevan rubato
Ma io, senza legge, rubai in nome mio
Quegli altri nel nome di Dio
Ma io, senza legge, rubai in nome mio
Quegli altri nel nome di Dio
Non commettere atti che non siano puri
Cioè non disperdere il seme
Feconda una donna ogni volta che l'ami
Così sarai uomo di fede
Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
E tanti ne uccide la fame
Io, forse, ho confuso il piacere e l'amore
Ma non ho creato dolore
Il settimo dice non ammazzare
Se del cielo vuoi essere degno
Guardatela oggi, questa legge di Dio
Tre volte inchiodata nel legno
Guardate la fine di quel nazzareno
E un ladro non muore di meno
Guardate la fine di quel nazzareno
E un ladro non muore di meno
Non dire falsa testimonianza
E aiutali a uccidere un uomo
Lo sanno a memoria il diritto divino
E scordano sempre il perdono
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
E no, non ne provo dolore
Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
E no, non ne provo dolore
Non desiderare la roba degli altri
Non desiderarne la sposa
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
Che hanno una donna e qualcosa
Nei letti degli altri già caldi d'amore
Non ho provato dolore
L'invidia di ieri non è già finita
Stasera vi invidio la vita
Ma adesso che viene la sera ed il buio
Mi toglie il dolore dagli occhi
E scivola il sole al di là delle dune
A violentare altre notti
Io nel vedere quest'uomo che muore
Madre, io provo dolore
Nella pietà che non cede al rancore
Madre, ho imparato l'amore 


QUESTO NATALE NON CI APPARTIENE!!


Usiamo una locuzione latina nel rispetto di "tutti" visto che NOI NON ABBIAMO NULLA DA FESTEGGIARE !!  (suum cuique modum tute scribis reflexione) 
Tradizione e consumismo sono la faccia ormai della stessa medaglia, auguri, messaggi, telefonate che arrivano all'improvviso dopo che nessuno ti ha semplicemente "ricordato" per tutto l'anno: la FALSITÀ di chi chiami amico, fratello ma quando sei nella merda nemmeno ti riconosce!! 
Il NOSTRO PENSIERO (e non solo!) va ai Lavoratori, Cassaintegrati, Disoccupati, alle Partite IVA, a chi non ha l'uno per girare il due, ai Detenuti, a chi è agli arresti domiciliari e in attesa di processo, agli Ultras sotto diffida e daspo, a chiunque quotidianamente lotta senza mollare MAI, senza farsi prendere per il culo da questa manica di buffoni da dx/sx !! Natale non è un palliativo, guardate dentro voi stessi per capire davvero la differenza tra UOMINI e pecore! 
Servi di niente 
Padroni di nessuno!!

IL CUORE NEL POZZO ... ALTRA "SCOMODA" VERITÀ !!

La fiction venne trasmessa in Italia su Rai 1 il 6 ed il 7 febbraio 2005 in due puntate.  Era la prima volta che la TV di stato ...